i Mulini e l'arte

Esistono varie tipologie di mulino:

per mulino ad acqua si intende la macchina in grado di generare un movimento meccanico sfruttando appunto la forza dell'acqua, captata da una ruota semisommersa nella medesima, che viene messa in movimento e che a sua volta mette in movimento altri ingranaggi, ingranaggi di solito associati alla macinazione dei cereali per la produzione di farina, ma a volte utilizzati per la macinazione di altri materiali, come gesso e cemento.

 Il termine ricomprende anche l'edificio che contiene la strumentazione del mulino, di solito costituito da un fabbricato a più piani adibito alla macinazione e alle operazioni di pulitura e da un magazzino.

 I cereali, infatti, vanno dapprima puliti e poi umidificati prima di procedere alla macinazione e dopo la stessa il macinato va setacciato per separare la farina da altri sottoprodotti prima di stoccare il tutto e in particolare la farina stessa per il confezionamento in sacchi di varie dimensioni.

 Questo tipo di mulino, già noto in Italia da tempi molto antichi, vanta una carriera lunghissima in quanto solo nel XIX e XX Secolo è stato gradualmente sostituito prima dal mulino a vapore e poi dal mulino elettrico ed oggi solo alcuni mulini ad acqua sono rimasti in funzione, per lo più a scopi culturali o turistici.

 Il mulino, immerso nella natura, con le increspature dell'acqua e i riflessi degli edifici nella stessa, ha ispirato pittori e illustratori di varie epoche e paesi; appare, dipinto o fotografato, sulle cartoline sia paesaggistiche sia augurali e ricorre nell'arte del presepio quale figura irrinunciabile nelle rappresentazioni più complete e di più grandi dimensioni della natività.

 Uno dei pittori più celebri e amati che si è lasciato affascinare dai mulini è Vincent Van Gogh (1853 – 1890), autore degli universalmente conosciuti Girasoli, serie di dipinti ad olio, che spiccano tra i quasi suoi duemila lavori, dipinti e disegni che comprendono autoritratti, nature morte con fiori, paesaggi, campi e diversi mulini, tra cui quello doppio di Gennep, soggetto di ben due opere, di cui una dedicata solo alle ruote tanto da intitolarsi “Ruote del Mulino ad Acqua di Gennep”.

 Il quadro, dipinto ad olio su tela, di cm. 61,5 per 80,5, datato 1884, è conservato al Noordbrabants Museum di Hertogenbosch, mentre il mulino vero, del quale si hanno notizie fin dal 1545, quando una delle ruote era adibita alla macinazione del grano mentre l'altra serviva per una conceria, è al suo posto ancora oggi: dopo aver continuato l'attività, pur tra varie peripezie, fino al 1930, infatti, è stato accuratamente conservato dal comune di Eindhoven che, diventatone proprietario, ha provveduto a ben due restauri e alla ricostruzione delle ruote.

 Qui presentiamo, ovviamente in una riproduzione fotografica incorniciata, come le sue ruote apparivano agli occhi di Van Gog.

 

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