Tra le due guerre mondiali del '900

Nei primi quarant'anni di vita della Casa del Molino Doppio si sono succeduti ben due conflitti mondiali e naturalmente anche gli abitanti di essa si sono ritrovati davanti ai problemi che una guerra sempre pone.
Durante la Prima Guerra Mondiale praticamente quasi ogni famiglia aveva un componente arruolato, ma anche le donne rimaste a casa venivano mobilitate per sostituire i lavoratori maschi nelle officine metallurgiche, ai ragazzi non ancora in età per diventare soldati ma già grandicelli si richiedeva una collaborazione soprattutto nell'ambito della costruzione di strutture militari e a scuola si dedicava parecchio tempo per illustrare ai bambini quanto stava accadendo, cosicché le abitudini e la quotidianità cambiarono di molto rispetto agli anni antecedenti.
Durante la Seconda Guerra Mondiale la situazione era anche peggiore: la popolazione rimasta a casa doveva quotidianamente fare i conti, oltre che con la preoccupazione per i familiari richiamati per il conflitto, con le ore di coda per ottenere i viveri razionati, con la ricerca di denaro o di qualche bene per recuperare qualcosa al mercato nero o tramite un baratto con un conoscente, con l'adattarsi al pane nero al posto di quello bianco e alla cicoria invece che al caffè, con l'obbligo di rispettare il coprifuoco, con il terrore allo scattare del segnale dell'allarme anti-aereo, con il garantire un eventuale sostegno a un combattente per la resistenza, insomma con un senso di grande precarietà per l'oggi e una conseguente paura per il domani.
Al Molino Doppio però, in entrambi i conflitti, ci fu anche di più.
;Testimoniaze orali riferite da abitanti della gg affermano che durante la Prima Guerra Mondiale il Molino Doppio era diventato sede di un Ospedale Militare; una testimonianza afferma che: sulla  "Scala A",sulla destra in alto nell'arco, vi era la scritta:"SCALA RISERVATA AL COMANDO"ora ricoperta di pittura."
La notizia appare confermata dai “Cenni storici sulla Barona” contenuti in un opuscolo dedicato a brevi notizie storico ambientali del territorio percorso da una Pedalata Amatoriale organizzata dal Consiglio di Zona 16 per il 20 settembre 1986. Al n. 15 di detti “Cenni” appare citato il Molino Doppio, che “Durante la guerra 1915-18 è stato trasformato in ospedale militare (si possono notare ancora oggi delle tracce)”. L'avvenimento è ricordato sul sito di “Verdi Navigli Milanesi”, associazione ambientalista per la valorizzazione dell'area dei Navigli.
Effettivamente Milano, anche per la sua posizione strategica, durante la grande Guerra si trovò a dover fronteggiare la cura e l'assistenza di numerosissimi militari feriti e mutilati, con la necessità di un aumento dei posti letto ospedalieri, posti letto che trovarono la loro sede anche in edifici scolastici, case popolari, stabilimenti industriali. Il Corriere della Sera del 20 dicembre 1917 (consultabile on line), basandosi sulla guida “Milano sanitaria” del dott. Eugenio Levati, rende noto che all'epoca gli ospedali militari cittadini erano ben 58 e che agli stessi erano adibiti 4 colonnelli, 9 tenenti colonnelli, 45 maggiori, 208 capitani, 64 tenenti e 7 sottotenenti, mentre gli ospedali territoriali della Croce Rossa erano 9.
Purtroppo però da “Sanità Grande Guerra” (banca dati dei servizi sanitari italiani nella prima guerra mondiale), promossa dall'associazione storica “Cime e Trincee”, fanno sapere che “Nonostante un buon censimento degli ospedali di riserva di Milano non abbiamo riscontri su quello al Molino Doppio”.
L'Ufficio storico dello Stato Maggiore dell'Esercito comunica di non conservare “i diari storico-militari o memorie storiche degli ospedali di riserva o delle direzioni di sanità militare del Corpo d'Armata di Milano risalenti alla Prima Guerra Mondiale” in quanto in ottemperanza al D.lgs 42/2004 la documentazione amministrativa delle strutture sanitarie militari di Milano ancora disponibile è stata depositata presso l'Archivio di Stato di Milano, presso il quale potrebbero anche trovarsi ancora eventuali provvedimenti di requisizione e successiva derequisisizione dell'edificio da parte della Prefettura di Milano.

 

Per quanto riguarda invece il secondo conflitto mondiale, il Molino Doppio si sarebbe trovato nelle vicinanze di una batteria contro-aerei. Infatti secondo Gianluca Padovan, autore di “Forse non tutti sanno che a Milano ...” Newton Compton Editori, consultato nell'edizione e-book 2016, “Tra Cascina Molino Doppio a nord e Cascina Bassa a sud di Molino della Pace alimentato dalla roggia Paimer, durante la Seconda Guerra Mondiale vi era una batteria contro-aerei italiana con i cannoni da 90/53” e la sua tesi, considerata la posizione geografica della zona, potrebbe avere un fondamento.
Testimonianze dagli abitanti della casa segnalano che vi era anche un 'altra batteria antiaerea tedesca nei pressi dell'attuale scuola primaria Ferraris, che all'epoca era in legno e durante un bombardamento andò distrutta.
E' invece certo che un abitante della casa (nella quale, orfano di padre, viveva insieme a sei fratelli e alla madre Giovanna Val) partecipò attivamente alla Resistenza, tanto che nella facciata interna del Molino Doppio (sulla sinistra, entrando dal cancello) è posta una targa che lo ricorda, oltre ad una corona che ogni anno viene cambiata.

 

 Si trattava di Renato Taietti, nato a Milano il 9 agosto 1926, che a soli 18 anni iniziò a frequentare ambienti partigiani nel lodigiano e ben presto entrò a far parte delle formazioni dei combattenti, precisamente della 166° Brigata. Proprio il 25 aprile 1945, data che verrà poi scelta per la celebrazione della festa nazionale, i partigiani avevano liberato Milano e Benito Mussolini si era dato alla fuga. I partigiani tuttavia continuavano ad operare nella città lombarda per porre fine alle ultime resistenze tedesche e il 26 aprile 1945 il Taietti, insieme ad altri, era impegnato nel tentativo di bloccare una colonna di tedeschi che cercavano di scappare verso la Svizzera, ma durante la lotta venne intrappolato e fu immediatamente fucilato nel territorio di Lodi Vecchio, vicino alla frazione San Bernardo. E' stato sepolto nel Campo della Gloria al Cimitero Maggiore di Milano ed è ricordato sul sito dell'ANPI (Associazione Nazionale Partigiani d'Italia) – www.anpi.it nella sezione Storia – Donne e Uomini della resistenza e sul sito www.chieracostui.com sul quale risulta segnalato dal nipote Ivano Taietti.

Poniamo infine l'accento sul fatto che al termine della Seconda Guerra Mondiale molte case milanesi risultavano distrutte o semi-distrutte a causa dei bombardamenti. Venne così progettato un nuovo piano regolatore, ma per dar vita allo stesso occorreva conoscere esattamente la situazione immobiliare della città e per questo nel 1946 si diede corso ad un Censimento Urbanistico. Architetti e ingegneri esaminarono praticamente ogni edificio di Milano, registrando dati e informazioni varie. Sulla seconda pagina del  sito  Geoportale del Comune di Milano  è possibile leggere i dati registrati , per il Molino Doppio in data 22 ottobre 1946 e apprendere che: l'edificio è fortunatamente rimasto indenne da danni di guerra; l'edificio risulta abitato da 260 persone; nell'edificio insiste un negozio ad una luce; l'acqua potabile è installata solamente in mezzo al cortile.

 

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